Acquistate 2 stampanti DELTA WASP 2040 PRO nel 2022 e utilizzate per 346 ore ad oggi.
Perchè una Stampante Delta?…perchè è veloce, ed una WASP 2040 PRO?…perchè è una stampante industriale. Avere due unità poi che motivo ha?…perchè in una scuola ne serve più di una per garantire la stampa dell’oggetto ad ogni ragazzo!. Ecco il caso studio della stampante 3D Delta WASP 2040 PRO: i pro e i contro dopo 2 anni di utilizzo.
Le stampanti 3D stanno rivoluzionando l’insegnamento nella scuola media, rendendo l’apprendimento più interattivo e pratico. Offrono agli studenti l’opportunità di trasformare idee digitali in oggetti fisici, migliorando la comprensione e stimolando la curiosità. Questo approccio innovativo sviluppa competenze tecnologiche fondamentali per il futuro.
Progetti creativi e integrazione didattica delle stampanti 3D
Le stampanti 3D facilitano progetti creativi e interdisciplinari, come la creazione di modelli storici o scientifici. Possono essere integrate nelle materie scolastiche per rendere le lezioni più coinvolgenti e pratiche esplorando il binomio causa-effetto come esito della modellazione 3D. Questi progetti non solo stimolano la curiosità degli studenti, ma collegano teoria e pratica, rendendo l’apprendimento più efficace e divertente.
Stampante 3D Delta WASP 2040 PRO il caso studio dopo due anni di utilizzo

Ad inizio 2022 utilizzando i fondi PNRR di “SCUOLA 4.0” è stato acquistato un lotto di n.2 stampanti modello 2040 PRO. La scuola dove insegno aveva bisogno di diversificare l’offerta formativa, arricchendo le possibilità didattiche con l’inserimento di nuove tecnologie per lo sviluppo delle discipline STEM. La scelta è ricaduta su questo tipo di stampante e su questo brand per due motivi:
- velocità di stampa notevolmente più elevata delle stampanti cartesiane e tenuta delle parti meccaniche nel medio e lungo termine;
- semplicità d’uso con interfaccia e layout intuitivi;
- blasone del brand (italiano peraltro);
- necessità di affidarsi a macchinari industriali per la notevole mole di lavoro cui sottoporli e per i continui cicli di funzionamento.
Le stampanti in funzione si sono dimostrate silenziose per gli standard dei dispositivi comuni e nonostante l’ingombro sono risultate agevoli da piazzare e funzionalizzare. I cicli di accensione e spegnimento sono stati ripetuti e la durata media delle stampe è stata non meno di 3 ore ad oggetto.


Configurazione e settaggio
L’agevole configurazione dei parametri di funzionamento della stampante su CURA SLICER ha accelerato la messa in funzione, anche grazie alle operazioni preliminari di livellamento del piatto, davvero semplice, di pre-riscaldamento del PLA, molto rapido ed efficace e del test di calibrazione precedente alla stampa anch’esso intuitivo e veloce. Lo slicer CURA ha consentito senza troppi passaggi la creazione dei giusti profili di stampa associati ai differenti filamenti di PLA utilizzati. Ha anche agevolato la creazione dello stesso profilo della stampante che in meno di un’ora dall’aggiornamento del software era pronta alla stampa.

Qualità di stampa e parti meccaniche
La qualità delle stampe con l’estrusore in dotazione e l’hot end da 0.2 è stata il più delle volte soddisfacente e abbastanza rapida da consentire la progettazione e la realizzazione di un oggetto nell’arco di una stessa giornata. Il problema è sorto dopo 3 mesi di utilizzo con il gruppo estrusore: il tubo di TPU che dalla carica del PLA giunge all’hot end (Ugello da 0.2) fa scorrere il filamento in modo a volte anomalo. Il risultato è che l’ugello di stampa spesso si ottura e la sua rimozione, per quanto semplice, richiede comunque un minimo di lavoro.




L’esito purtroppo, come mostrano le foto, è che il PLA fuso non riuscendo ad essere espulso dall’ugello di stampa inonda il gruppo estrusore solidificando al suo interno e rimuoverlo risulta molto difficoltoso. I controlli della stampante non risultano peraltro in grado di segnalare in qualche modo l’otturazione dell’estrusore e lanciando la stampa accade che ci si possa accorgere del malfunzionamento solo a danno avvenuto.
Resoconto finale e considerazioni su stampante 3D Delta WASP 2040 PRO
Dopo circa 340 ore di stampa su una stampante e più di 500 nell’altra è possibile fare un bilancio dell’esperienza. Stampante 3D Delta WASP 2040 PRO il caso studio: dopo 2 anni di utilizzo è stato necessario ricorrere ben 4 volte all’assistenza della casa madre per risolvere i problemi sulle macchine. In due di queste quattro occasioni si è dovuto procedere con l’acquisto di un nuovo gruppo estrusore e di un nuovo cablaggio dello stesso, una sostituzione di qualche centinaio di euro ogni volta. Questo perchè il gruppo estrusore è considerato materiale di consumo e pertanto soggetto a fisiologica usura. La garanzia non copre queste parti meccaniche. Le macchine al termine dell’anno scolastico 2023/24 risultano funzionanti e con le parti meccaniche sostituite ma il controllo della stampa va costantemente monitorato per controllare non solo la corretta espulsione del filamento ma anche la successione dei layers di stampa che a volte vengono inspiegabilmente saltati generando il fallimento della stampa stessa.

Consigli per gli acquisti
Non so se spingermi a consigliare la WASP 2040 PRO come stampante 3d per un istituto scolastico. I due problemi indicati: otturazione del gruppo estrusore e mancata stampa di alcuni layer vanno considerati. Nel mio caso la situazione sembra temporaneamente risolta, grazie al fatto che con una certa pazienza le parti malfunzionanti vengono smontate e pulite. E’ chiaro che tutto questo sia però un ulteriore carico di lavoro per chi gestisce un laboratorio e non sempre si ha tempo di farlo. Probabilmente è il caso di rivolgere lo sguardo anche verso macchine non industriali e non è detto che debbano essere per forza stampanti delta.